Suggestione, manipolazione e plagio. La destrutturazione della personalità attraverso il gaslighting6/28/2016 All’interno della coppia ove sia presente violenza psicologica, le modalità della violenza appartengono all’ambito della relazione e della comunicazione. Proprio per la sua presenza invisibile agli occhi, la violenza psicologica attuata attraverso la comunicazione perversa rappresenta una grande sfida per la giurisprudenza italiana, ancora troppo timida per riconoscerne la gravità, e per gli psicologi, che devono fornire alla giurisprudenza i criteri ed i costrutti grazie ai quali poter agire a livello legale.
“La manipolazione è un’azione di influenzamento dell’Altro che ha lo scopo di modificare le sue percezioni, le sue credenze e, di conseguenza, il suo comportamento non in maniera spontanea ma, appunto, in maniera procurata. Si cerca di pro-vocare nell’altra persona ciò che forse non sarebbe mai accaduto senza l’intervento manipolatorio. La manipolazione può avvenire tramite diverse modalità, solitamente indirette (suggestioni, persuasioni), proprio per evitare che la persona si ac-corga di quanto è in atto. E’ un termine connotato spesso da negatività per il fatto che il cambiamento indotto dalla manipolazione tiene conto esclusivamente dei benefici che tornano a chi manipola, non curandosi affatto degli effetti di chi subisce tale processo. Tentativi di manipolazione possono essere, per esempio, situazioni in cui una persona viene convinta a fare un acquisto (magari per lui inutile o troppo costoso) contro la sua idea iniziale di non volerlo fare. Molte persone si sono ritrovate, loro malgrado, possessori di una casa in multipropietà dall’altra parte del mondo, che mai useranno, grazie alla magia della manipolazione. La suggestione e la persuasione si connotano, quindi, come le strategie regine della manipolazione. Il loro impatto può es-sere soft o fortemente condizionante. Entrambe puntano al cambiamento di prospettiva dell’altra persona rispetto ad un argomento (o evento, o oggetto, o percezione della realtà), ma mentre la suggestione opera sfruttando canali non razionali (emozioni, istinti, bisogni), la persuasione utilizza preferibil-mente l’argomentazione, il discorso, la retorica, la logica, il linguaggio verbale. Il plagio , invece, è una condizione di abuso psicologico e mentale effettuata da chi “riduce una persona in uno stato di totale soggezione al proprio potere[1]” . Il plagio è ottenibile in differenti modi, sia di tipo coercitivo (violenza fisica), sia di tipo manipolatorio. In maniera semplificata possiamo considerare il plagio come l’atto finale di un lungo processo manipolatorio ben congenia-to. Se nell’atto manipolatorio io opero cambiamenti parziali nelle percezioni e nei comportamenti della persona, è importante sottolineare come il plagio abbia come effetto finale una psicologia della persona (idee, vissuti, emozioni, gusti, pro-getti, sentimenti) completamente differenti da quella precedente, ottenuta senza la sua richiesta e senza il suo consenso. Dal punto di vista psicologico Il plagio corrisponde ad un trapianto di personalità operato senza autorizzazione e finalizzato ai danni della persona. Le relazioni maltrattanti sono annoverabili fra le relazioni manipolatorie, ed in molti casi arrivano anche al plagio. Tutto dipende dall’abilità del manipolatore e dalla suggestionabilità e resistenze della vittima. L’obiettivo del maltrattante all’interno della relazione (così come accade in ogni altra relazione di controllo, ad esempio in quelle settaristiche) è la destrutturazione della personalità preesistente (che può avere aspetti di indipendenza ed autonomia) e la sua sostituzione con una nuova (dipendente e assoggettata, più mansueta ed obbediente, cioè infantile). Il coronamento di questo progetto si chiama, appunto, plagio. Quanto più la personalità dell’Altro è stabile e ben strutturata, quanto più sarà necessario mettervi impegno per destrutturarla. Il plagio produce (attraverso il trauma) strutture di personalità infantili, psicologicamente sofferenti, caratterizzate da dipendenza (da simboli, da idee, da personaggi guida), mancanza di capacità critica, mancanza di autonomia, assoggettamento, sottomissione, fanatismo, perdita delle qualità individuali. La famiglia si accorge del cambiamento perché la personalità della vittima si modifica repentinamente e non appare come frutto di una crescita interiore; compare improvvisamente un modo di pensare rigido, ridotto, inflessibile, sospettoso e con una modificazione estrema dei sentimenti e della spontaneità preesistente. Questa operazione può essere effettuata dal maltrattante in forma più o meno conscia, ma di sicuro egli agisce con il chiaro intento di modificare aspetti non graditi del partner che intende assoggettare. Desidera, cioè, cambiarlo nella sua identità. Quello a cui tende il maltrattante è una persona diversa, possibilmente sotto controllo e che faccia ciò che egli vuole. Il maltrattante impone cosa e come pensare. Non a caso, chi conosce individui che sono stati sottoposti a manipolazione e plagi ben riusciti commenta, a ragione, “non è più lui!” oppure “sembra un altra!”. Il confronto della vittima con persone che possono offrirle letture della realtà differenti, spunti di riflessione, argomenti per un’analisi critica della situazione, collegamenti con situazioni di benessere del passato, è, per l’abusante, una situazione di potenziale pericolo che va neutralizzata. Ecco perché il maltrattante tende ad isolare la vittima da ogni contesto sociale, a partire dalle persone più strette: quelle legate alla sua precedente identità. Per giungere alla costruzione di una nuova personalità, manipolata o plagiata, sono necessari alcuni ingredienti o meglio, dei trucchi.” I metodi più utilizzati appartengono ai già conosciuti isolamento e controllo della persona. Ma esiste un trucco che, nella lucidità della sua applicazione, rasenta la psicopatia. Si tratta del gaslighting[2]. Lo scopo di questa tecnica è quello di indebolire la capacità critica della persona, metterla in dubbio rispetto alle proprie percezioni senza che se ne avveda, alterare la realtà percepita e i ricordi mnestici per fare in modo che diventi mentalmente dipendente dall’altro. Si tratta di una forma di violenza psicologica che prevede la messa in scena di eventi bizzarri che hanno lo scopo di disorientare la vittima. Ad esempio, lo spostamento dei mobili di una stanza, oppure l’inversione di quadri sul muro, lo spostamento di soprammobili di cui la vittima si accorge, ma che viene negata come percezione dal partner. “Era domenica e lui aveva invitato una coppia di amici a pranzo. Avevo deciso di fare il risotto agli asparagi, che mi viene molto bene. Mentre io cucinavo, lui non faceva a altro che entrare ed uscire dalla cucina, avvicinarsi ai fornelli, annusare, assaggiare, darmi consigli sulla fiamma, sulla cottura. Io per sottrarmi a quella tortura ogni tanto andavo in sala ad intrattenere gli ospiti. Ad un certo punto lo sento urlare dalla cucina “Ma cosa hai fatto?!”. Sono corsa li e l’ho visto fissare la pentola del risotto, così ho guardato anche io. Bhè…con mia sorpresa ho visto una moltitudine di puntini neri e marroni che galleggiavano insieme al riso. Carlo mi ha guardata e mi ha detto: cosa diavolo è questa roba che galleggia nel risotto? Io ero imbarazzatissima e piena di vergogna e non sapevo cosa dire…la cena era rovinata! Eppure avevo controllato il riso quando l’avevo pesato e mi sembrata tutto a posto. Carlo poi ha detto “bhè dai..passiamo alla pastasciutta!”, e poi ad alta voce mi ha aggiunto “però la prossima volta puliscila meglio la cappa”. Io ero di ghiaccio e mortificata,...ho guardato sotto la cappa ma non mi sembrava che quei puntini avessero potuto cadere da li. Sono rimasta imbarazzata per tutta la serata. Pensavo e pensavo a come fosse potuto accadere. Un paio di giorni dopo stavo facendo la lavatrice e mi sono capitati per le mani i pantaloni di Carlo. Come sempre ho infilato le mani in tasca per vedere se aveva dimenticato qualche moneta, ma sul fondo di una ho trovato della sabbietta. L’ho presa in mano e sono rimasta li a guardarla. Sembrava la stessa. Possibile? Possibile che lo avesse fatto apposta? Sono andata da lui con i pantaloni e gli ho mostrato la sabbia. Si è messo a ridere e mi ha dato della pazza”. La tecnica gaslighting prende il nome da un’opera teatrale del 1938 (Gas light), conosciuta e tradotta in Italia con il titolo di Angoscia la cui trama è quella di un uomo sposato che cerca di portare alla pazzia la moglie attraverso la manipolazione di piccoli elementi dell’ambiente (come quello dell’abbassamento della luminosità della lampada a gas, da cui il nome dell’opera). Quando la moglie del protagonista percepisce un cambiamento e lo comunica all’uomo, il marito asserisce che lei è pazza e che tutto è frutto della sua immaginazione. La donna finisce con l’impazzire veramente. Il gaslighting è un comportamento talmente fuori dall’ordinario che anche nel caso in cui la vittima sospetti di quanto realmente stia accadendo e vada a confidarsi con qualcuno, il rischio è che affermando che il proprio compagno sposti volontariamente gli oggetti di casa per farla impazzire farebbe sorgere, in chi ascolta, sospetti di pazzia nella donna, che andrebbero a sostenere l’ipotesi dell’uomo. L’applicazione del gaslighting porta velocemente la vittima allo stato confusionale, al cedimento dell’integrità del funzionamento cognitivo (poiché va ad alterare la capacità di giudizio sulla realtà) fino al crollo psicologico, a gravi stati di dissociazione e pazzia indotta. Articolo basato sul capitolo 3 del libro “La violenza psicologica nella coppia. Cosa c’è prima di un femminicidio”, di M. Bonsangue, Invictus Editore [1] Galimberti, Dizionario di Psicologia” [2] Curiosità: verso la fine degli anni ’60 gli appartenenti alla cerchia di Charles Man-son, criminale a capo di una setta distruttiva, utilizzavano questa tecnica introducendosi negli appartamenti delle vittime, senza rubare nulla, ma spostando tutti i mobili allo scopo di creare turbamento, paura e terrore.
6 Commenti
FIORENZO
2/25/2018 12:15:05 pm
Suggestione, manipolazione e plagio. La destrutturazione della personalità attraverso il gaslighting
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dott. Bonsangue
2/26/2018 02:14:39 am
Buongiorno Fiorenzo, si tratta di una situazione estremamente difficile per svariati motivi:
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Angela
4/3/2020 09:11:55 pm
Non abbandonarlo, stagli vicino, effettivamente rivedere come funziona un rapporto rispettoso lo aiuterà. Se poi riusciste a vivere insieme per una breve vacanza sarebbe top. Deve percepire la differenza... E allontanarsi dalla famiglia di lei... Non necessariamente dalla moglie... Però farlo richiede supporto
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Ivan
5/5/2020 02:28:59 am
Salve dottoressa, volevo chiederle una cosa riguardo la manipolazione ed i disturbi di personalità.
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Sara Medea
3/7/2022 02:48:42 am
Buongiorno sono Sara Medea, le scrivo perchè vedo qui nel suo blog un' approccio molto piú diretto di altri riguardo la soluzione e dissociazione dal luminare manipolatore alla cosiddetta vittima.
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Ana Paula Tavares Marun
4/25/2023 09:19:47 am
Avrei bisogno di un ottimo nome di un psicologo/ psichiatra molto bravo nell'argomento.
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AutoreMonica Bonsangue
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