Bullismo: cos'e?
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Il bullismo è una forma reiterata di vittimizzazione.
In altre parole si tratta di un comportamento ripetuto da parte di una persona (bullo) che agisce volontariamente molestie (fisiche o psicologiche) nei confronti di una persona-bersaglio, ossia la vittima.
Il tutto avviene non in brevi lassi di tempo, ma in periodi prolungati: settimane, mesi, anni.
Bullo e vittima non sono gli unici protagonisti. Lo scenario all'interno del quale si svolge il processo di vittimizzazione prevede anche altri attori:
- i gregari, ossia coloro che fiancheggiano il bullo nella sua opera di vittimizzazione. Sostengono, incitano e proteggono il bullo, fino ad arrivare ad impedire alla vittima di fuggire durante le molestie. Sono corresponsabili della sofferenza agita e spesso sostengono il bullo proprio perchè si tratta di una "posizione comoda": difficilmente il bullo se la prenderà con loro.
- gli spettatori, invece, assistono passivamente al perpetrarsi delle violenze. Non intervengono nemmeno quando la vittima chiede esplicitamente aiuto. possono essere passanti occasionali, ma anche compagni di classe o amici che assistono al susseguirsi delle azioni vessatorie. Gli spettatori non intervengono direttamente, anche se possiamo riconoscere fra essi dei "sostenitori", che incitano il bullo ad adottare comportamenti prevaricanti, ma anche "difensori", che consolano la vittima e cercano di consigliarla per evitare ulteriori violenze.
Negli atti di bullismo, purtroppo, pochi o nessuno prendono apertamente le difese della vittima intervenendo direttamente. Chi, infatti, si permette di interporsi fra il bullo e la sua vittima, ha molte possibilità di venire bullizzato a sua volta.
E' con la paura che il bullo mantiene indisturbato la possibilità di fare del male agli altri.
In altre parole si tratta di un comportamento ripetuto da parte di una persona (bullo) che agisce volontariamente molestie (fisiche o psicologiche) nei confronti di una persona-bersaglio, ossia la vittima.
Il tutto avviene non in brevi lassi di tempo, ma in periodi prolungati: settimane, mesi, anni.
Bullo e vittima non sono gli unici protagonisti. Lo scenario all'interno del quale si svolge il processo di vittimizzazione prevede anche altri attori:
- i gregari, ossia coloro che fiancheggiano il bullo nella sua opera di vittimizzazione. Sostengono, incitano e proteggono il bullo, fino ad arrivare ad impedire alla vittima di fuggire durante le molestie. Sono corresponsabili della sofferenza agita e spesso sostengono il bullo proprio perchè si tratta di una "posizione comoda": difficilmente il bullo se la prenderà con loro.
- gli spettatori, invece, assistono passivamente al perpetrarsi delle violenze. Non intervengono nemmeno quando la vittima chiede esplicitamente aiuto. possono essere passanti occasionali, ma anche compagni di classe o amici che assistono al susseguirsi delle azioni vessatorie. Gli spettatori non intervengono direttamente, anche se possiamo riconoscere fra essi dei "sostenitori", che incitano il bullo ad adottare comportamenti prevaricanti, ma anche "difensori", che consolano la vittima e cercano di consigliarla per evitare ulteriori violenze.
Negli atti di bullismo, purtroppo, pochi o nessuno prendono apertamente le difese della vittima intervenendo direttamente. Chi, infatti, si permette di interporsi fra il bullo e la sua vittima, ha molte possibilità di venire bullizzato a sua volta.
E' con la paura che il bullo mantiene indisturbato la possibilità di fare del male agli altri.
Diversi tipi di bullismo
Secondo la classificazione di Smith e Sharp, si possono identificare diverse forme di bullismo:
-Bullismo psicologico (o indiretto): fanno parte di questo gruppo azioni come l'esclusione sistematica dal gruppo, maldicenze, diffusione di cattiverie, alterazione in negativo delle relazioni sociali della vittima, bugie. Sembra essere un tipo di bullismo ad alta partecipazione femminile.
-Bullismo verbale: prendere in giro, diffondere cattiverie, dare soprannomi umilianti, minacciare o ricattare. Questo tipo di bullismo vede una presenza sia maschile che femminile.
-Bullismo fisico: aggressioni fisiche, giochi maneschi e pesanti, danneggiamento di oggetti personali, furti, estorsioni, violenza fisica, calci, pugni, schiaffi. E' un tipo di bullismo tipicamente maschile, ma si registra un aumento del fenomeno anche al femminile.
Secondo un altro tipo di classificazione, invece, il bullismo può prendere queste forme:
-Cyber bullyng: la violenza viene agita attraverso dispositivi elettronici e relative appllicazioni: posta elettronica, social networks attraverso i quali vengono diffuse maldicenze, foto o filmati umilianti o imbarazzanti, commenti, insulti, informazioni sulla vita privata, appropriazione d'identità.
-Gay bullyng (bullismo omofobico) : è rivolto a persone dichiaratamente omosessuali, oppure "l'accusa" di omosessualità viene utilizzata per mettere in imbarazzo.
-Racist bullyng: (bullismo razziale): le molestie e le vessazioni vengono agite sulla base dell'appartenenza etnica.
-Happy Slapping: una vittima viene colta di sorpresa da uno schiaffo. Il bullo fugge, mentre alcuni gregari riprendono la scena col cellulare e la diffondono rapidamente in rete.
-Stalking: azioni di intrusione (appostamenti, furti di beni personali) ripetuti nella vita privata di una persona, tali da generare ansia e paura nella vittima e condizionarla nella sua vita e nei suoi comportamenti naturali.
-Bullismo psicologico (o indiretto): fanno parte di questo gruppo azioni come l'esclusione sistematica dal gruppo, maldicenze, diffusione di cattiverie, alterazione in negativo delle relazioni sociali della vittima, bugie. Sembra essere un tipo di bullismo ad alta partecipazione femminile.
-Bullismo verbale: prendere in giro, diffondere cattiverie, dare soprannomi umilianti, minacciare o ricattare. Questo tipo di bullismo vede una presenza sia maschile che femminile.
-Bullismo fisico: aggressioni fisiche, giochi maneschi e pesanti, danneggiamento di oggetti personali, furti, estorsioni, violenza fisica, calci, pugni, schiaffi. E' un tipo di bullismo tipicamente maschile, ma si registra un aumento del fenomeno anche al femminile.
Secondo un altro tipo di classificazione, invece, il bullismo può prendere queste forme:
-Cyber bullyng: la violenza viene agita attraverso dispositivi elettronici e relative appllicazioni: posta elettronica, social networks attraverso i quali vengono diffuse maldicenze, foto o filmati umilianti o imbarazzanti, commenti, insulti, informazioni sulla vita privata, appropriazione d'identità.
-Gay bullyng (bullismo omofobico) : è rivolto a persone dichiaratamente omosessuali, oppure "l'accusa" di omosessualità viene utilizzata per mettere in imbarazzo.
-Racist bullyng: (bullismo razziale): le molestie e le vessazioni vengono agite sulla base dell'appartenenza etnica.
-Happy Slapping: una vittima viene colta di sorpresa da uno schiaffo. Il bullo fugge, mentre alcuni gregari riprendono la scena col cellulare e la diffondono rapidamente in rete.
-Stalking: azioni di intrusione (appostamenti, furti di beni personali) ripetuti nella vita privata di una persona, tali da generare ansia e paura nella vittima e condizionarla nella sua vita e nei suoi comportamenti naturali.
Quali sono i fattori che lo predispongono?
Dagli studi e le osservazioni condotte, oggi sappiamo che il bullismo non dipende tanto da tratti e caratteristiche di personalità, ma sembra più legato al contesto in cui i soggetti si trovano a vivere.
In altre parole, le caratteristiche del contesto incidono in maniera favorevole o sfavorevole allo sviluppo di comportamenti di sopraffazione.
Contesti familiari e scolastici che trasmettono o legittimano l'autoaffermazione attraverso la sopraffazione dell'Altro, la competizione, la legge del più forte, sono terreni fertili nei quali è possibile osservare il proliferare del fenomeno.
dagli studi emerge che i bulli derivano spesso da famiglie la cui etica è fondata su valori individualistici, sull'egoismo, sulla lotta per l'affermazione individuale, sulla dominazione (e quindi su una gerarchia organizzata attorno alla detenzione di potere) e in cui mancano cooperazione e solidarietà.
Se umiliare, denigrare, ridicolizzare, escludere, giudicare fanno parte del linguaggio quotidiano della famiglia, questo sarà il linguaggio appreso dal ragazzo.
Un ragazzo cresciuto in questa famiglia assorbirà questo modello di comportamento e lo trasporterà in maniera naturale nel gruppo dei pari.
Olweus cita quattro fattori che favoriscono il bullismo:
- Atteggiamento emotivo dei genitori caratterizzato da mancanza di calore e mancanza di coinvolgimento.
- Stili educativi eccessivamente permissivi e tolleranti.
- Uso coercitivo del potere da parte dei genitori.
- Temperamento "testa calda" del bambino-ragazzo.
A questi fattori vanno aggiunti:
-situazioni in cui è assente il padre o la madre;
- la bassa coesione fra i due genitori (situazioni di coppie conflittuali o poco comunicanti);
- scarsa coesione fra genitori e figli.
La stessa scuola può creare contesti adatti alla nascita di bullismo:
- un'etica scolastica basata sulla competitività dei voti e non sulle abilità sociali;
- il considerare i problemi di conflitto dei ragazzi un qualcosa di cui la scuola non si deve occupare;
- il disinteresse del corpo docente rispetto alle reti sociali e alle dinamiche aggregative e disgregative delle classi e dei gruppi.
In altre parole, le caratteristiche del contesto incidono in maniera favorevole o sfavorevole allo sviluppo di comportamenti di sopraffazione.
Contesti familiari e scolastici che trasmettono o legittimano l'autoaffermazione attraverso la sopraffazione dell'Altro, la competizione, la legge del più forte, sono terreni fertili nei quali è possibile osservare il proliferare del fenomeno.
dagli studi emerge che i bulli derivano spesso da famiglie la cui etica è fondata su valori individualistici, sull'egoismo, sulla lotta per l'affermazione individuale, sulla dominazione (e quindi su una gerarchia organizzata attorno alla detenzione di potere) e in cui mancano cooperazione e solidarietà.
Se umiliare, denigrare, ridicolizzare, escludere, giudicare fanno parte del linguaggio quotidiano della famiglia, questo sarà il linguaggio appreso dal ragazzo.
Un ragazzo cresciuto in questa famiglia assorbirà questo modello di comportamento e lo trasporterà in maniera naturale nel gruppo dei pari.
Olweus cita quattro fattori che favoriscono il bullismo:
- Atteggiamento emotivo dei genitori caratterizzato da mancanza di calore e mancanza di coinvolgimento.
- Stili educativi eccessivamente permissivi e tolleranti.
- Uso coercitivo del potere da parte dei genitori.
- Temperamento "testa calda" del bambino-ragazzo.
A questi fattori vanno aggiunti:
-situazioni in cui è assente il padre o la madre;
- la bassa coesione fra i due genitori (situazioni di coppie conflittuali o poco comunicanti);
- scarsa coesione fra genitori e figli.
La stessa scuola può creare contesti adatti alla nascita di bullismo:
- un'etica scolastica basata sulla competitività dei voti e non sulle abilità sociali;
- il considerare i problemi di conflitto dei ragazzi un qualcosa di cui la scuola non si deve occupare;
- il disinteresse del corpo docente rispetto alle reti sociali e alle dinamiche aggregative e disgregative delle classi e dei gruppi.
Non uno, ma tanti tipi di bulli
Lo stereotipo sociale prevede che il bullo sia maschio, violento ed isolato. La realtà è un poco più complessa.
Olweus sostiene che il bullo maschio abbia un'alta opinione di sè, che lo rende presuntuoso e sicuro e spesso avrebbe anche buone capacità comunicative. Sarebbe, in sintesi, un piccolo boss.
Besag individua tre profili del bullo:
- Il "Bullo vittima". Si tratta di un ragazzo che diventa bullo a causa degli atti di bullismo a sua volta subiti. ha, in altre parole, imparato a fare il bullo, ed ha appreso il meccanismo della prevaricazione. Parte generalmente dai livelli più bassi della gerarchia del gruppo e può tentare di scalarla diventando sempre più prevaricatore. A seconda delle situazioni può essere bullo rispetto a chi è più in basso nella gerarchia, oppure essere bullizzato da chi sta sopra.
- Il "Bullo provocatore": questo ragazzo non è dotato di sufficiente empatia per riconoscere i sentimenti degli altri. Spesso adotta comportamenti aggressivi senza essere consapevole delle conseguenze sugli altri. E' ancora incapace di gestire il proprio mondo emotivo e a causa di questo ha difficoltà ad interagire con gli altri. Conosce come unica forma di relazione l'aggressività.
- Il "Bullo ansioso": si tratta di un ragazzo con difficoltà economico-familiari e con lacune culturali. ha una bassa autostima e soffre di senso d'inferiorità. E' invidioso dei successi degli altri e può perpetrare prevaricazioni anche allo scopo di ottenere oggetti che non può acquistare da sè.
Rispetto invece al genere, oggi il bullismo femminile si sta velocemente allineando per dinamiche e caratteristiche a quello maschile.
Olweus sostiene che il bullo maschio abbia un'alta opinione di sè, che lo rende presuntuoso e sicuro e spesso avrebbe anche buone capacità comunicative. Sarebbe, in sintesi, un piccolo boss.
Besag individua tre profili del bullo:
- Il "Bullo vittima". Si tratta di un ragazzo che diventa bullo a causa degli atti di bullismo a sua volta subiti. ha, in altre parole, imparato a fare il bullo, ed ha appreso il meccanismo della prevaricazione. Parte generalmente dai livelli più bassi della gerarchia del gruppo e può tentare di scalarla diventando sempre più prevaricatore. A seconda delle situazioni può essere bullo rispetto a chi è più in basso nella gerarchia, oppure essere bullizzato da chi sta sopra.
- Il "Bullo provocatore": questo ragazzo non è dotato di sufficiente empatia per riconoscere i sentimenti degli altri. Spesso adotta comportamenti aggressivi senza essere consapevole delle conseguenze sugli altri. E' ancora incapace di gestire il proprio mondo emotivo e a causa di questo ha difficoltà ad interagire con gli altri. Conosce come unica forma di relazione l'aggressività.
- Il "Bullo ansioso": si tratta di un ragazzo con difficoltà economico-familiari e con lacune culturali. ha una bassa autostima e soffre di senso d'inferiorità. E' invidioso dei successi degli altri e può perpetrare prevaricazioni anche allo scopo di ottenere oggetti che non può acquistare da sè.
Rispetto invece al genere, oggi il bullismo femminile si sta velocemente allineando per dinamiche e caratteristiche a quello maschile.
Tipologie di vittime
Sono diverse le ragioni per le quali un soggetto diventa vittima di bullismo. Più frequentemente troviamo fra le vittime persone timide, insicure, con pochi amici, scarse abilità sociali, un'autoimmagine negativa e che fanno fatica a trovare alleati.
I profili di vittime più frequenti sono:
- Le vittime passive, ossia quelle che non reagiscono.
- Le vittime collusive, ossia quelle che, pur di non essere escluse dal gruppo, accettano di occupare posizioni subalterne e sopportano le vessazioni.
- Le vittime provocatrici, di carattere ansiosi-aggressivo, che provocano gli altri solo per causare tensioni.
-Le false vittime, ossia ragazzi con problemi relazionali che denunciano falsi atti di bullismo per attirare l'attenzione degli adulti.
I profili di vittime più frequenti sono:
- Le vittime passive, ossia quelle che non reagiscono.
- Le vittime collusive, ossia quelle che, pur di non essere escluse dal gruppo, accettano di occupare posizioni subalterne e sopportano le vessazioni.
- Le vittime provocatrici, di carattere ansiosi-aggressivo, che provocano gli altri solo per causare tensioni.
-Le false vittime, ossia ragazzi con problemi relazionali che denunciano falsi atti di bullismo per attirare l'attenzione degli adulti.
Per i genitori: riconoscere i segnali
Solo in rari casi i ragazzi comunicano ai genitori ciò che accade. Questo succede sia perchè a volte manca nel bambino o nel ragazzo la fiducia in un genitore a cui riferire gli eventi, ma più frequentemente perchè il bambino o il ragazzo stesso viene minacciato: nel caso in cui ne dovesse parlare con qualcuno, il bullo promette una vendetta ben peggiore di quello che già succede.
E' quindi la paura, mista alla vergogna ed al senso di colpa della vittima a impedire la comunicazione a chi potrebbe aiutarlo.
Dobbiamo quindi essere vigili nell'identificare alcuni segnali che dovrebbero metterci in allerta e magari spingerci a fare qualche domanda ai nostri figli.
Ecco un elenco dei segnali più comuni:
-ingiustificato e progressivo calo del rendimento scolastico e dell'attenzione;
-ingiustificato ritiro da passioni, hobbies, attività extra scolastiche;
-richieste del bambino-ragazzo di non andare più a scuola, o vole cambiare classe o istituto;
-ingiustificato abbandono delle amicizie;
-ingiustificato e progressivo isolamento;
-frequenti mal di pancia, mal di testa o altre somatizzazioni;
-modificazione dei percorsi soliti del ragazzo per andare/tornare da scuola;
-comparsa di "evitamenti" di luoghi o eventi prima normalmente frequentati;
-cambiamento delle abitudini, come nascondere occhiali o oggetti personali;
-quaderni strappati, abbigliamento rovinato, oggetti personali che mancano o materiale distrutto o perso;
- graffi, lividi
E' quindi la paura, mista alla vergogna ed al senso di colpa della vittima a impedire la comunicazione a chi potrebbe aiutarlo.
Dobbiamo quindi essere vigili nell'identificare alcuni segnali che dovrebbero metterci in allerta e magari spingerci a fare qualche domanda ai nostri figli.
Ecco un elenco dei segnali più comuni:
-ingiustificato e progressivo calo del rendimento scolastico e dell'attenzione;
-ingiustificato ritiro da passioni, hobbies, attività extra scolastiche;
-richieste del bambino-ragazzo di non andare più a scuola, o vole cambiare classe o istituto;
-ingiustificato abbandono delle amicizie;
-ingiustificato e progressivo isolamento;
-frequenti mal di pancia, mal di testa o altre somatizzazioni;
-modificazione dei percorsi soliti del ragazzo per andare/tornare da scuola;
-comparsa di "evitamenti" di luoghi o eventi prima normalmente frequentati;
-cambiamento delle abitudini, come nascondere occhiali o oggetti personali;
-quaderni strappati, abbigliamento rovinato, oggetti personali che mancano o materiale distrutto o perso;
- graffi, lividi
Per gli insegnanti: riconscere i segnali
Per gli insegnanti è fondamentale saper riconoscere i primi segnali di queste dinamiche.
A volte dietro a comportamenti inspiegabili, come un calo del rendimento scolastico, può nascondersi qualcosa di ben più grave.
La prima cosa da sapere è che è soprattutto il carattere (ansioso, remissivo, timido, introverso e la scarsa autostima) a predisporre un soggetto a diventare vittima.
Olweus (Il bullismo a scuola, Giunti editore) suddivide poi due categorie di segnali da osservare: primari e secondari.
Indicatori primari:
- È stato preso in giro pesantemente dai compagni e/o ridicolizzato.
- È stato intimidito, minacciato.
- È stato umiliato.
- È stato picchiato, spinto, aggredito fisicamente e non è riuscito a difendersi.
- È stato coinvolto in liti e scontri senza essersi difeso adeguatamente.
- Oggetti di sua proprietà sono stati danneggiati, rubati, sparsi in giro o nascosti.
- Presenta lividi, tagli, graffi, vestiti rovinati e non sa dare spiegazione di come si siano prodotti.
Indicatori secondari:
- Durante i momenti di interazione libera tra pari (intervallo, mensa...) è restato da solo, è stato isolato dai compagni.
- È stato scelto per ultimo nei giochi di squadra.
- Durante i momenti di sospensione delle lezioni (intervallo, mensa...) ha evitato di interagire con i compagni ed è rimasto nelle vicinanze di un adulto (insegnante,personale non docente...).
- Sembra depresso, giù di morale.
- Piagnucola.
- Sembra ansioso, insicuro (ad esempio trova difficile parlare in classe).
- Registra un immotivato calo del rendimento, improvviso o graduale.
La convocazione dei genitori per un confronto è un atto dovuto, soprattutto per aiutare il bambino-ragazzo in un evidente momento di difficoltà.
Allo stesso modo è possibile riconoscere il comportamento del bullo, perchè spesso:
- Ha preso in giro pesantemente i compagni e/o li ha ridicolizzati.
- Ha intimidito, minacciato uno o più compagni.
- Ha umiliato e/o comandato a bacchetta uno o più compagni.
- Ha picchiato, spinto, aggredito fisicamente i compagni non per gioco.
- È coinvolto in liti e scontri.
- Ha danneggiato, rubato, sparso in giro o nascosto oggetti di altri studenti.
- Se la è presa con uno o più compagni più deboli o indifesi.
- Durante i momenti di interazione libera tra pari (intervallo, mensa...), isola spesso uno o più compagni.
- Ha diffuso maldicenze non vere sul conto di uno o più compagni.
- Ha provocato o si è contrapposto esplicitamente al personale docente o non docente della scuola.
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Se sei una scuola e desideri un intervento per le classi, puoi scrivere a
[email protected], oppure a [email protected]
cell. 338 9777642
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Bibliografia
Bullismo e cyberbullismo, di Alessandro Meluzzi, Imprimatur editore
Cyberbullismo, come aiutare le vittime e i persecutori, Federico Tonioni, Mondadori
Il bullismo a scuola, Olweus, Giunti editore
Filmografia
BASTA GUARDARE IL CIELO (1998)
GIMMY GRIBLE (20009
ELEPHANT (2003)
CERTI BAMBINI (2004)
CHARLIE BARTLETT (2007)
NIENT’ALTRO CHE NOI (2008).
IL RAGAZZO INVISIBILE 2014, un film di Grabriele Salvatores.
GRAN TORINO, di C. Eastwood
UN BACIO (2016), tratto dall’omonimo di libro di Ivan Cotroneo.
BASTA GUARDARE IL CIELO (1998)
GIMMY GRIBLE (20009
ELEPHANT (2003)
CERTI BAMBINI (2004)
CHARLIE BARTLETT (2007)
NIENT’ALTRO CHE NOI (2008).
IL RAGAZZO INVISIBILE 2014, un film di Grabriele Salvatores.
GRAN TORINO, di C. Eastwood
UN BACIO (2016), tratto dall’omonimo di libro di Ivan Cotroneo.